Das weiße Taschentuch

 

 

 

 

il fazzoletto bianco - viorel boldis

lorenzo luatti

 

 

Il fazzoletto bianco - Viorel Boldis

Topipittori - 2010

pp. 32, €

 

“Il fazzoletto bianco” è un breve racconto autobiografico dell’italo-rumeno Viorel Boldis, scrittore e poeta che compone direttamente in lingua italiana, autore dalla scrittura precisa, pacata e poetica. Il testo, scritto alla fine degli anni Novanta – vincitore di un concorso di letteratura e poi apparso su giornali e riviste web di letteratura della migrazione –, è un intenso e struggente frammento autobiografico, un racconto sul distacco e il ritorno, sul ritrovarsi. Una lettura altamente coinvolgente, capace di emozionarci e farci sentire partecipi di una storia, al contempo, individuale, familiare e collettiva. Scritto originariamente per un pubblico adulto, adesso proposto da un editore “per bambini”, il libro in realtà è un picture book senza un’età di lettura ben definita: dai 6 ai 99 anni.

La narrazione, serrata e intima, è divisa in tre atti. L’infanzia, bella e spensierata, ma anche molto semplice e dura, trascorsa in campagna tra le colline della Transilvania, dove il giovanissimo Viorel impara a tagliare l’erba con la grande falce, porta a pascolare capre, mucche e bufali, va a scuola. Ricorda: “prendevo dei buoni voti e i miei erano contenti”. Poi, un giorno, la decisione risoluta, ma in fondo contrastata, di partire, di andarsene via in cerca di un avvenire diverso. “Se vuoi andare, vattene, ma non guardare indietro, non avere rimorsi. Vattene per sempre” gli dice il padre, sopraffatto dalla rabbia e dalla tristezza. “E io, figlio suo, testardo come lui, sono andato. Ogni tanto, voltandomi indietro, ma sono andato”. [segue]

 

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corri lidja, corri - paul bakolo ngoi

lorenzo luatti

 

Corri Lidja, corri - Paul Bakolo Ngoi

Paoline - 2010

pp. 124, €

 

Ai giovani lettori è rivolta quasi tutta la produzione narrativa di Paul Bakolo Ngoi, italo-congolese, nato a Mbandaka nel 1962, in Italia dai primi anni Ottanta, residente a Pavia dove vive e lavora. Scrittore e giornalista pubblicista, Ngoi ha pubblicato due romanzi, tre racconti lunghi e altri brevi. Prove letterarie convincenti, dalle quali emerge un lavoro accurato sul linguaggio e sulla forma, che rendono le narrazioni leggere e scorrevoli, avvincenti e interessanti. Il suo ultimo romanzo Corri Lidja, corri è pubblicato nella nuova collana "Mi riguarda" delle Edizioni Paoline (curata da Daniela Palumbo) e dedicata ai ragazzi dagli 8 agli 11 anni. Scopo dichiarato della collana è raccontare ai lettori più giovani il mondo e le sue contraddizioni, senza temere di affrontare argomenti all'apparenza distanti dalla nostra realtà.

Ngoi si cimenta con una tematica sociale di forte impatto e intensamente drammatica, forse l'espressione al grado più alto della disumanizzazione: la piaga dei bambini soldato, una tragedia non solo africana. Fra i vari aspetti dei conflitti della fase attuale forse nessuno risulta più dirompente rispetto all'immaginario collettivo dell'uso di bambini e bambine come soldati. Questa volta all'autore non è concesso l'uso di quel registro narrativo che gli è tipico e congeniale e di cui sono intrise le sue storie: qui, in effetti, non ci sono spazi ad approcci fiabeschi o a sguardi ironici e divertiti. La crudezza e la tragicità delle infanzie mutilate non lo consente. [segue]

 

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migrando - mariana chiesa mateos

lorenzo luatti

 

Migrando - Mariana Chiesa Mateos

orecchio acerbo - 2010

pp. 64, €

 

Nell’ampia e diversificata produzione di libri illustrati sono sempre più frequenti, anche in Italia, i cosiddetti “silent book”, cioè gli albi senza parole, che non hanno testo ma solo illustrazioni. Non costituiscano una novità assoluta, ovviamente, e si pensi ai libri  “senza tempo” di Bruno Munari usciti negli anni Quaranta per Mondadori e Einaudi e a quelli di Iela Mari degli anni Sessanta e Settanta per la Emme di Rosellina Archinto. Se nell’incontro con l’albo illustrato il bambino, come ogni lettore, è creatore di senso, soggetto creativo, lector in fabula, con i libri “senza parole” tale esperienza si amplifica perché regala una possibilità di lettura speciale, individuale e intima; offre ai grandi e ai bambini di trovare le parole per descrivere ciò che accade nella storia. Una volta eliminato l’“ostacolo” della parola scritta, reggendosi così sul solo potere visivo delle illustrazioni, questi libri si lasciano raccontare da tutti, perché il loro è un linguaggio universale, vivo, evocativo. Non sempre ciò accade e non tutti i libri senza parole si rivelano efficaci strumenti di educazione all’immagine. Ma quando accade, uno sguardo attento alle illustrazioni può farci scoprire quanti sentimenti ci stanno dentro, quanti particolari, quanti segreti, quanti imprevisti. [segue]

 

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La redazione di El Ghibli vi augura buona lettura.-

Sabatino Annecchiarico

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El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
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2010-11-17T00:00:00